martedì 28 giugno 2016

"Bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto"

"Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto".

(Lettera ai giudici - don Milani)

Càpito per caso sulla pagina Facebook dedicata a don Lorenzo Milani e mi attira la frase che ho copiato e incollato in apertura del post. In particolare mi piace il richiamo a sentirsi "l'unico responsabile di tutto".

In famiglia, a casa, chi butta la spazzatura, chi manda l'email, chi sbaglia e chi paga, cioè tutti, chi riceve il premio e chi lavora a prescindere, chi si rifiuta di eseguire e ci mette anima e corpo.

Questo secondo me è fare la rivoluzione: scardinare i luoghi comuni, il lamento facile e mai tirarsi indietro anche se non direttamente coinvolti in una situazione, bella o brutta. Porterà un sacco di problemi, e il sacco resta.

Mi sembra un buon modo di tornare a scrivere e ascoltare "parole in cuffia".






sabato 4 giugno 2016

Colti sul fatto, frammenti di storie audio

Si chiama Random Tape ed è il blog in cui il radio producer indipendente David Weinberg raccoglie originali registrazioni di fatti, persone, episodi della vita di tutti i giorni. Lui dice che non si tratta di vere e proprie storie, piuttosto di squarci temporali in cui qualcosa di completamente inaspettato accade e ci cambia le carte finora messe in tavola.
Non c'è allora un inizio, uno svolgimento, una fine, insomma la classica struttura delle storie che possono andare bene in radio, ma "momenti audio" colti sul fatto e poi riproposti nel blog.

"We all have those moments in our lives where we are going about our daily routine and all of a sudden something completely unexpected happens and shakes us out of reality for a brief moment. This is what I’m trying to do on Random Tape".

Registrazioni casuali, certo, in realtà sempre curate, a volte la sua voce solo, e la curiosità di sapere di più sulle altre voci che ascoltiamo. No, non è un'esperienza frustrante, entrare nella storia già cominciata e uscirne quando ancora deve finire. Del resto accade così proprio nella vita di tutti i giorni: provate a fare rec a un certo punto della vostra giornata e poi a spegnere di colpo. Poi passate il nastro (! dovevo usare ancora questa parola che fa esperienza!) a uno sconosciuto per strada e a osservarne la reazione. Dopo avervi preso per matti non vi ringrazierà mai abbastanza per essere riuscito a entrare nella "vita degli altri", la vostra, e aver compreso tutto, più che della sua.
Gli rimangono tante domande, dubbi, perfino timori ma il più è fatto: la curiosità non sarà mai sazia, l'immaginazione è al potere, le connessioni fra i vostri silenzi, i colpi di tosse, la voce che si fa più bassa, a volte, gli stanno aprendo un mondo che non sarebbe riuscito a intravvedere altrimenti neanche guardandovi da una vita.

Vale la pena provarci, vale la pena cominciare ad ascoltare e a cogliere qualche random tape.
Io li chiamo "cortoascolti" e amo farli anche io. Ma i miei per ora sono troppo random, e sono qui:-)