sabato 3 dicembre 2011

La testa e la mano

Il fatto pubblico: Il "Club della Lettura" del Corriere della Sera propone una riflessione di Gillo Dorfles sul recupero della manualità. Pare che oggi stia tornando importante, se non fondamentale, il rapporto tra il corpo e l'attività creativa. Abbiamo cioè bisogno di fare, di sudare, di toccare.

Il fatto privato: Ho sempre pensato che molte delle nevrosi di oggi più che di ieri fossero causate da lavori sedentari, tipici del "terziario avanzato", lontano dal mondo della produzione di beni tangibili, ripetitivi e senza guizzo creativo. Lavori che richiedono pure sforzi intellettivi ma che lasciano mortificate altre doti dell'uomo: la sua natura fisica, il contatto con ciò che fa nascere, la capacità di concentrazione e in fin dei conti di amore. Ecco, vorrei l'artista che torni a essere artigiano, vorrei che chi sogna l'atélier conosca anche la bottega. Vorrei non dovermi segnare in palestra per usare tutta me stessa e sentire nuove energie (e anche tanto dolore;-) Vorrei fare come Valentina, che ha tre anni e mette tutta se stessa per impastare, colorare, incollare le sue opere di piccola artista. Poi chiude tutto e corre sul prato davanti casa, con la stessa energia e dedizione di prima.

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