Il fatto pubblico: Secondo una norma contenuta nella “
manovra Salva Italia” del
governo Monti, da settembre 2012 l’
albo dei giornalisti pubblicisti potrebbe essere
abolito. La norma compare al punto “Riforma degli ordini professionali” e prevede l’annullamento della distinzione tra
giornalisti pubblicisti e professionisti. Lo scopo è riqualificare l'Ordine - col superamento dell'esame di Stato -, mettere ordine tra chi il mestiere lo fa più o meno in maniera esclusiva, più o meno in nero, infine fare cassa. Sì, perché nella comunicazione di
Antonella Cardone, membro del Consiglio nazionale dell'Ordine, si ricorda subito che la categoria giornalistica è costituita da "110 mila persone in tutta Italia di cui appena 50 mila versano i contributi all’Inpgi". L'
Inpgi è l'Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani.
Il fatto privato: Per ora riporto la riflessione di
Stefano Casertano su
Linkiesta.it, che è a favore dell'abolizione tout court dell'Ordine, come già non esiste in Germania, per esempio, e porto a casa il commento di un collega incontrato al bar stamattina, pubblicista da oltre 20 anni e direttore di una rivista online: "E ora che succede? Anzi, perché proprio ora? Anzi, perché e basta".
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