mercoledì 14 dicembre 2011

I suoni delle parole

Il fatto pubblico: Ringrazio la mia amica Luisa Carrada che sul blog del Mestiere di Scrivere pubblica il post "I microspettacoli delle parole" dove segnala un altro blog, Alce di Alberto Cellotto, dedicato al naming. Il post di ieri di Alce è il primo di una serie che tratterà il fonosimbolismo, cioè l'attenzione ai suoni delle parole e a cosa evocano. La "a", per esempio indica calma e forza, apertura, la "u" è vocale che riporta al buio, alla chiusura. Dice Cellotto: "Oggi mi vien più facile parlare di 'sound design', così come di 'letter design' (gli aspetti tipografici della configurazione delle lettere, particolarmente rilevanti nelle operazioni di identità visiva o di nomi creati per il web).

Il fatto privato: Proprio oggi un'amica mi raccontava del figlio, non più bambino, che a scuola continua a sbagliare le "doppie": l'esercizio consigliato è sia scrivere le parole per vederle e memorizzarle nella loro forma sia ripeterle a voce alta con le doppie al posto giusto per ascoltarne la forza, il puntiglio, insomma il suono che fanno e quello che evocano. Affascinante.
L'esercizio per noi è fare caso ai nomi delle marche che ci circondano - Cif e Smac Acciaio, quale dà l'idea della velocità, quale della forza? - e fare caso al nostro nome - Agata e Ingrid, quale inviteresti per una merenda con burro e marmellata, chi mangia di più, quale ha i capelli ricci?

Nessun commento:

Posta un commento