Il fatto pubblico: Compare su tre righe nella colonna a fianco a un bell'articolo per famiglie del
Corriere della Sera di ieri,
La gioia si insegna con l'aiuto delle favole. E' la notizia che in una scuola elementare di Oakhill a Tamworth, nello Staffordshire, un
cane aiuta i
bambini a
leggere ad alta voce.
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Foto tratta dal sito nestorepaladinoambiente.it |
Danny, così si chiama il levriero, è un “
cane che ascolta”: è stato inserito in un programma pilota, chiamato Reading Education Assistance Dogs (R.E.A.D.), inventato negli Stati Uniti. Tony Nevett, laureato in terapia assistita dagli animali, è il padrone del levriero, che spiega come Danny riesca a incoraggiare i piccoli per la sua presenza attiva.
Non li giudica, non ride di loro, non trasmette ansia ma la tranquillità e la fiducia necessarie a superare l'ostacolo e leggere ad alta voce in aula.
Il fatto privato: Da oggi non si potrà più usare quella brutta espressione che è "non c'era neanche un cane ad ascoltarmi". Mi chiedo se sia possibile portare un
cane in ufficio: per aumentare l'autostima del collega insicuro, per ridurre l'ansia della ragazza che si sente sempre sotto esame, per imparare a gestire i gruppi, gli imprevisti, i silenzi e il rumore. E io? Io ci giocherei, perché vado pazza per i cani e non ascolterei quella voce che mi direbbe: "Da domani vai a giocare fuori". Ecco, lascio Danny nella sua scuola nello Staffordshire, magari invito i colleghi a diventare ascoltatori attenti, alzando un orecchio e muovendo piano il capo, scodinzolando se è il caso;-)
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