venerdì 2 novembre 2012

In silenzio a braccia conserte

Il fatto pubblico: "Sound imposes a narrative on you and it’s always someone else’s narrative. My experience of silence was like being awake inside a dream I could direct". Sul sito di Maria Popova Brain Pilings recupero una riflessione sul silenzio a opera di George Prochnik contenuta nel suo libro In Pursuit of Silence: Listening for Meaning in a World of Noise. E' nel silenzio che divento protagonista responsabile della mia narrazione e del senso che do al mondo. Di più, è la mia reazione al rumore e, ricordando il monaco buddista Ajahn Chah, "The noise isn’t bothering you. You are bothering the noise. What’s silent is my protest against the way things are".

Il fatto privato: In silenzio a braccia conserte sul banco era la punizione che ricevevamo alle elementari quando facevamo troppo chiasso, in silenzio in file per due scendevamo le scale che ci portavano in palestra dove potevamo scatenarci, in silenzio abbiamo temuto, sfidato e odiato il silenzio, lo cerchiamo tanto oggi che non siamo più piccole donne e piccoli uomini di una scuola qualsiasi che c'ha insegnato ad amarlo non come vuoto ma come scelta e riconoscimento di cose belle che accadono in silenzio.

Nessun commento:

Posta un commento