sabato 25 febbraio 2012

Sale d'attesa

Sul tempo ragionano i filosofi e scrivono poesie quelli più bravi, spesso sono donne quelle che se lo inventano.

La settimana inizia con la riunione importante, tra facce mai viste, gente agitata, ritardo di un'ora. Perché?
Mi alzo di scatto dopo finti sorrisi, attese ingannate parlando del tempo, uno stato di noia sul mondo dentro il palazzo di marmo. Imbarazzo non ho. "Mi scusi, chi stiamo aspettando da un po'?"
La collega più esperta, non viene, è impegnata, arriva, sediamoci, di cosa parliamo quest'oggi?
Mi alzo di scatto dopo finti sorrisi, attese ingannate parlando del tempo, uno stato di noia sul mondo dentro il palazzo di marmo. Imbarazzo non ho. "Mi scusi, chi stiamo salutando prima di noi'?"
Il collega più bravo, è venuto, è impegnato, se ne va, alziamoci, cos'altro diciamo quest'oggi?
Esco felice per non sentirmi di marmo, ma viva da sola per strada. La riunione continua, io sto già lavorando e la filastrocca mi viene facile.
Non mi piace perdere tempo.

La settimana prosegue a teatro, dal dentista, dentro la macchina nel traffico, nella metro che si ferma e fa fatica a ripartire, in tutte le sale d'attesa più o meno confortevoli che capita di frequentare. Inutili le riviste, le chiacchiere con l'amico o la musica che è sempre la stessa, tanto vale non fare niente e rimanere dove si sta, sospendere ogni preoccupazione e pensiero.
Mi piace perdere tempo.




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