sabato 8 settembre 2012

La tenerezza dei social media

E' da un po' di tempo che frequento Facebook, all'inizio pochissimo e da spettatrice degli altrui pensieri, parole, opere e... poche omissioni, sono sicura. Poi ho preso anche io il gusto di una battuta, della sintesi di uno stato d'animo, di far comparire una foto a futuro ricordo e di lanciare perfino iniziative online. Lo uso anche come agenda per news e appuntamenti su argomenti che mi interessano: editoria, audio, lavoro.

Nel frattempo la cerchia degli amici è aumentata e dentro ci sono finiti anche amici più lontani, persone incontrate in occasioni particolare sempre belle e sempre comunque "dal vivo", la maggior parte conosciute per un tempo sufficiente a farmi dire "lei sì e lui pure":-)

Ora ho una mappa mentale delle loro abitudini in bacheca: so che S. lei e S. lui postano soprattutto musica e i loro gusti incontrano i miei, so che all'amica P. capitano spesso vicende esilaranti e che con M. non ci vediamo da troppo tempo e dobbiamo recuperare. Evito post e commenti di A. che scrive solo di calcio e di tango (!) e cerco sempre i commenti che lasciano C. e S. quando parlano di lavoro, giovani e precariato. E poi ci sono le foto di famiglia di M., di F.M... e i bambini di M. che non ce li ha ma tutti i bambini del mondo sono i suoi. E poi ci sono le invettive di R., moderne fustigatore, e le pillole in latino di S., i fraintendimenti con A. e le frasi criptiche di alcuni colleghi di lavoro che vorrebbero dire ma non possono. E le foto dei viaggi straordinari di L. in giro per il mondo.

Tutto questo io lo chiamo tenerezza. Mi fa piacere e mi consola osservare i punti cardinali attorno a cui ruota la presenza online delle persone che conosco e anche la loro vita fuori rete e fuori Facebook. Perché A. è davvero presa dal calcio e dal tango, Simone davvero parla in latino e Raffaele ti costringe a chiederti sempre da che parte stai. Sergio e Stefania ti fanno scoprire nuova musica e le gaffe di Paola riescono a superare anche le mie, e non è facile. 

Siamo teneri, ognuno di noi lo è mentre traffica con la rappresentazione sociale di sé, quando lascia una traccia in modo assolutamente consapevole, appena gli viene in mente di mettere un link, quello che permette ai suoi amici di riconoscerlo e a lui pure.

  

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