venerdì 11 maggio 2012

La moquette rossa e il registratore a cassette


Oggi è la terza giornata di Torino, cioè del Salone del Libro. Quando ci sono andata la prima volta si chiamava ancora Fiera, faceva caldo come in questi giorni, ero con i miei genitori che sembravano più entusiasti di me: la moquette rossa, gli spazi enormi e gli stand pieni di libri e persone piacevano e non facevano paura.

Io andavo in cerca di idee e spunti per il mio presente di laureanda con una copertina sui libri e per il mio futuro di direttrice editoriale, il sogno a cui non sono riuscita a dare concretezza, mannaggia. A quel tempo leggevo Il Giornale della libreria, che avevo trovato in biblioteca, quando ancora non era online perché i siti web erano davvero pochini e "andare su internet" si faceva al laboratorio informatico dell'università poche volte in una settimana, roba da pionieri, perditempo o già smanettoni incalliti. C'erano ancora le biblioteche con i libri di carta!

Il Salone del libro col tempo è diventato sempre più grande, ricco e pieno di incontri interessanti. Stamattina per esempio c'è un interessante appuntamento dedicato al doppiaggio e uno dedicato ai social media per l'editoria. Il primo è alle 11.00 il secondo è alle 12.00.

Ecco anche cosa ricordo del Salone tutte le volte in cui sono andata, di questo come di quasi ogni altra fiera, mostra, manifestazione: gli orari degli incontri spesso coincidono e tu devi correre da una parte all'altra, in cerca di sale, corner, colori ed etichette per non farti scappare le voci che ti interessa ascoltare. E' molto simile a quello che succedeva proprio all'università, quando il calendario delle lezioni ti mostrava sovrapposizioni diaboliche che ti costringevano a immaginarti ubiquo: amici, registratori, perfino familiari ho visto intercettare professori che con o senza microfono spiegavano in aule sature di persone comunque attente.

E' la motivazione che ti fa trovare il modo per non lasciarti sfuggire neanche una parola, nonostante tutto quello che si può organizzare, migliorare, imparare a gestire.
Inutile dire che negli anni Novanta il registratore era quello a cassette;-)


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