lunedì 31 ottobre 2011

... e anche la poesia

Il fatto pubblico: Mentre l'Istat aggiorna i dati, per ora stime provvisorie comunque tragiche, sulla disoccupazione giovanile e i giovani non posso neanche mettersi più le mani nei capelli perché li hanno già persi (molti miei coetanei, per esempio, una generazione di stressati, ognuno a modo suo), rileggo l'articolo Un sonetto (forse) ci salverà di Giulia Calligaro su Io donna di sabato scorso. E' sulla inutilità e dunque sulla funzione salvifica della poesia.
"La poesia, per fortuna, non serve a nulla", dice la poetessa Antonella Anedda. "La poesia non ha bisogno di fatturare, questa è anche la sua forza", nota il poeta Gian Mario Vinalta. E invece la poesia fattura, se la rivista internazionale Poesia conta circa 12.000 lettori al mese e se, dichiara Mauro Bersani, responsabile della collana di poesia Einaudi, "Oggi un libro di un poeta contemporaneo ci può mettere di più a vendere, ma a differenza della narrativa, la poesia non ha resi".

Il fatto privato: A scuola ci hanno fatto leggere tante poesie, all'inizio imparate a memoria, poi sottoposte alla versione in prosa, come dire: preparati a fare i conti con la realtà, appena esci da qui. Vorrei tornare a quelle ore passate a leggere poesie. Senza la versione in prosa, né l'interrogazione.

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