mercoledì 11 luglio 2012

Campioni del mondo - prima puntata

L'11 luglio di 30 anni fa succedeva qualcosa. Cioè questo, Italia-Germania 3-1 nei Mondiali di calcio dell'82 in Spagna.

Per ricordare l'anniversario avevo preparato un testo per la radio che purtroppo non è stato possibile mandare in onda e, ancora prima, registrare e montare. Il testo però è rimasto e visto che mi piace stare nel tempo oltre che sul pezzo lo pubblico a puntate qui, sperando che piaccia anche a voi;-) e sperando di poterlo trasmettere in altro modo in un prossimo futuro.
Il titolo è: Paolorossi tutto attaccato.



lui
:

Sono nato l’11 luglio 1982. (pausa)Ripeto, sono nato l’11 luglio 1982. (pausa)Faceva caldo, non se ne poteva più, c’era agitazione nell’aria.
(clacson, voci, giornali sfogliati, prove microfono, bambini per strada...)
La mia nascita è stata una liberazione per tutti. Il travaglio di mia madre… una partita finita 3-1.
Tre le spinte che c’hanno portato al goal, uno il maldestro tentativo di perdere tempo e interrompere il ritmo. “Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo!” Urlò alla fine anche la misurata voce del telecronista Nando Martellini al microfono. E io seppi che in ogni situazione della vita sarei rimasto campione del mondo, segno della vittoria, bambino che porta il goal e quindi la felicità. “Felizidad”, stavamo in Spagna. Congratulazioni. Grazie.

Mia madre scoppiò a piangere, mio padre piangeva già da prima. In una mano la sigaretta, nell’altra la radiolina con cui seguiva la partita e trepidava per noi, per gli azzurri cioè, per mia madre e per me che eravamo diventati campioni del mondo.

Nando Martellini non partecipò alla festa di Madrid col presidente della Repubblica, il re di Spagna, la stampa tutta e naturalmente la squadra, perché il giorno dopo era l’anniversario del suo matrimonio e fece una sorpresa alla moglie piombando a casa alle tre di notte.

Con Sandro Pertini rimase mio padre, incollato alla tv a dire grazie a quegli uomini con le magliette numerate che lo avevano reso grande due volte, per l’impresa olimpica e per la nascita di suo figlio: Paolorossi, tutto attaccato. Accidenti a lui.


voce maschile: (da microfono, resoconto giornalistico)

“Il simbolo indiscusso di questi mondiali è stato senza dubbio Paolo Rossi. Riconosciuto da tutti come uno dei più forti attaccanti del calcio italiano è stato uno dei pochi ad aggiudicarsi nello stesso anno: il titolo di campione del mondo, il titolo di miglior marcatore della competizione con 6 gol segnati e il Pallone d'oro”.
lui:

Paolorossi tutto attaccato.
Inutile dire che al momento del battesimo ci fu qualche problema e in prima elementare anche. Il mio nome era anche cognome e il mio cognome più lungo dello spazio in cui scriverli tutti e due. Meno male che c’era la Replay, a quel tempo, e io potevo cancellare, riscrivere, cancellare fino a bucare il foglio solo per il folle desiderio di un padre innamorato del calcio più del figlio costretto a subirlo.

… la Replay, la penna con la gommina sopra, azzurra, rossa, nera. Mio padre scelse il colore azzurro, manco a dirlo.


voce maschile: (da microfono, resoconto giornalistico)

“L'incontro inizia senza troppi colpi di scena, entrambe le squadre si muovono timorose di spingersi in avanti e di compiere errori. L'Italia si presenta nervosa e compatta, e Cabrini al 24' sbaglia un tiro da rigore. Il primo tempo termina in parità. L'Italia però domina il secondo tempo della partita, la Nazionale è una squadra compatta e determinata alla vittoria”.

lui:

Paolorossi correva fiero nei campetti dell’oratorio e nei giardinetti di tutta la città. Non prendeva una palla ma era felice di indossare maglietta e calzoncini, che stavano diventando più lunghi e più larghi come quelli dei calciatori veri la domenica allo stadio. Paolorossi allo stadio però non ci andava mai: troppo lontano da casa, troppo grande per un bambino, troppo pericoloso. Le partite si vedevano in tv e la domenica era sempre Sprint… “un dora dos! Tarata, tarata! Uhm uhm uhm uhhuhm. un dora dos!”

FINE PRIMA PUNTATA

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