mercoledì 6 giugno 2012

Un libro è un fucile carico nella casa del tuo vicino

Il fatto pubblico: E' morto Ray Bradbury e ognuno lo ricorda come vuole, nei video che propone Linkiesta in cui lo scrittore ricorda che "la capacità di avere fantasia è la capacità di sopravvivere” e che lui è "uno scrittore di fiabe" o nelle parole che Luisa Carrada riprende sul suo sito Mestiere di Scrivere dal libretto Lo zen nell'arte della scrittura: ... "Se non siete contenti del modo in cui avete scritto finora, potete provare con il mio metodo.Se lo fate, penso che potrete facilmente trovare una nuova definizione per Lavoro. E la parola è AMORE".

Il fatto privato: Io lo ricordo come lo scrittore di uno dei miei libri-parlanti, quelli che di volta in volta e per diverso tempo stavano dentro la borsa, capaci di farmi compagnia, rassicurarmi, salvarmi la vita nei momenti di sconforto. Una volta letti e riletti non era necessario che li riprendessi in mano, le parole uscivano dalla borsa e mi si infilavano nelle orecchie per darmi la risposta giusta o il silenzio necessario quando succedeva qualcosa di storto al lavoro, per esempio.



"Non è che uno nasca libero e uguale, come dice la Costituzione, ma ognuno vien fatto uguale. Ogni essere umano a immagine e somiglianza di ogni altro; dopo di che tutti sono felici, perché non ci sono montagne che ci scoraggino con la loro altezza da superare, non montagne sullo sfondo delle quali si debba misurare la nostra statura! Ecco perché un libro è un fucile carico, nella casa del tuo vicino. Diamolo alle fiamme! Rendiamo inutile l'arma. Castriamo la mente dell'uomo. Chi sa chi potrebbe essere il bersaglio dell'uomo istruito?" (Fahrenheit 451)

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