sabato 26 ottobre 2013

Perché rispondiamo al telefono

Rispondiamo al telefono perché siamo educati, perché siamo curiosi, perché ci stiamo annoiando, perché "una telefonata salva la vita", almeno fino all'attimo prima di riceverla. Poi succede che ci annoiamo, che la curiosità non ricordiamo di averla avuta, che diventiamo perfino maleducati.

Nell'articolo di Michela Proietti sul blog La 27esima ora del Corriere della Sera vengono tracciate ipotesi e certezze sul perché non rispondiamo più al telefono, e spesso questo dipende dall'investimento emotivo e temporale che vogliamo evitarci, sovraccarichi come siamo di stimoli comunicativi.
Non è solo lo smartphone a dover essere ricaricato più volte al giorno, aggiungo io, ma il nostro cervello soprattutto. Solo che il cervello, anzi l'intero fisico, vorrebbe essere ricaricato in altro modo.

Nella settimana appena passata io l'ho fatto indossando la tuta e correndo nel parco vicino casa. Niente di serio e tanto sudore, poco allenata ma decisamente felice di avere problemi col cellulare e anche senza averli di lasciarlo a casa preferendo il prato. Sconvolta quando l'ho riacceso e da un posto lontano della mia città colleghi e colleghe d'ufficio mi gridavano scandali, power point, password e presunti amori. Insomma tragedie. Lo stesso facevano amici e familiari: dove sei? cosa è successo?

Insomma, cosa dobbiamo fare? Ho passato il pomeriggio a copiare su un'agendina di carta i numeri di telefono recuperati, mi faceva male la mano ma ho seguito il consiglio del mio amico tedesco vecchio stile: "Comprati un block notes, la carta dura 100 anni almeno, ogni scheda elettronica 10 anni se va bene". L'idea di essere uscita di scena mi piaceva, però. Vediamo come mi cercano e chi lo fa per davvero, incurante di perdere per strada contatti importanti. Un brivido di eccitazione, questo tentativo non voluto ma necessario di isolamento e recupero di energie.

Devo ammettere che a me la conversazione telefonica non è mai piaciuta, né col vecchio e pesante telefono - a casa ho il modello antico a disco, senza display, senza segreteria e per questo ogni telefonata è una sorpresa, anche se riconosco i suoni dei numeri affezionati - né col più piccolo e leggero cellulare o smartphone onnicomprensivo. Anche se la voce è un fatto intimo e già dice tanto, ho estremo bisogno di passare alla vista, soprattutto se una persona la conosco già e voglio toccarla e annusarla. Voglio cioè sentirla vicina, altrimenti non la chiamo neanche, non rispondo al telefono, non ricopio il suo numero sull'agendina di carta.

Ecco, rispondere o meno al telefono è tutto qui: per qualcuno ci sono sempre e in qualsiasi modo lo ricerco, per qualcun altro resto in tuta tutto il giorno a correre nel parco, senza fiato ma finalmente libera. L'ho fatta troppo facile?


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