Mai avrei pensato che l'anziano prete che celebra la messa avrebbe tirato fuori, proprio all'inizio dell'omelia della notte di Natale, uno
spot pubblicitario,
la Grande Guerra,
il segno di pace. Va be', il segno di pace sì. Non sono sicura che tutti abbiano compreso l'intreccio - eravamo tanti, mancavano le fonti del discorso, l'audio può fare cilecca -, ma le premesse per uno
storytelling crossmediale c'erano tutte.
Si parte dal
video pubblicitario che la catena di supermercati britannici Sainsbury ha realizzato per vendere
tavolette di cioccolata: tre minuti di una storia vera di tregua tra gli eserciti inglese e tedesco che nel 1914 si combattevano sul fronte belga e che decidono di darsi ore di pace, celebrano una messa, giocano a pallone, si scambiano doni e strette di mano. Nello spot il dono è la tavoletta di cioccolato che il soldato inglese aveva ricevuto per posta poche ore prima da casa e che il soldato tedesco si ritrova in tasca. Payoff, “
Christmas is for sharing” e marchio del supermercato in chiusura.
Si ricorda che è una
storia vera, testimoniata dalle
lettere che i soldati scrissero poi alle famiglie raccontando con stupore e gratitudine l'episodio partito dal basso, cioè da loro stessi, senza nessun ordine superiore anzi condannato dai generali, in modo spontaneo.
Prima pagina del Daily Mirror sulla tregua di Natale del 1914 fra inglesi e tedeschi
"Alle 4 del mattino la loro banda suonò alcuni canti, “God save the King” e “Home Sweet Home”. Puoi immaginare le nostre sensazioni. Più tardi vennero verso di noi, e i nostri uscirono per incontrarli. Nessuno di noi portava il fucile. Ho stretto le mani con alcuni di essi, e loro ci hanno dato sigarette e sigari. Non abbiamo sparato un colpo quel giorno. Abbiamo approfittato di quel giorno di quiete, guadagnando tempo sulla morte
".
Fuciliere J. Reading. Lettera pubblicata sul Bucks Examiner l’8 gennaio 1915
Chi si è messo sulla traccia delle lettere è
Antonio Besana, manager di una multinazionale che nel 2005 vede il film
Joyeux Noël, di Christian Carion e vuole saperne di più, tanto da tradurre le lettere e mettere a disposizione una piccola e preziosa parte di una storia più grande e molto più triste. Eh già, perché lo spot parte dalla realtà e passa dal cinema, è furbo e fa commuovere, ha fatto ricerca e ha messo insieme strati di realtà e desideri, complimenti.
Intanto il racconto di Natale nella parrocchia di periferia a Roma va avanti, sottolineando il coraggio di tornare alla verità di
esseri umani grazie a un Dio umano; siamo sempre di più e fa caldo, qualcuno si toglie la giacca e qualcun altro si siede per terra, appropriazione debita di suolo comunitario. Si canta in italiano mentre nello spot puoi imparare
Stille Nacht e
Silent Night a rime alternate.