martedì 23 febbraio 2016

Scrivere per le orecchie

Uno dei motivi per cui nell'ultimo periodo scrivo poco sul blog é quanto invece scrivo, dico, ascolto tanto fuori il blog.
Sempre più spesso le tracce che raccolgo si trasformano in tracce audio che vanno a comporre una storia o una serie di storie, il piú possibile coerenti tra loro quanto a struttura e intenti, sempre uniche nel contenuto.
Spesso si tratta di storie di mestieri o di passioni nascoste che vengono fuori e fanno bene al mestiere, alle attivitá quotidiane. È' una gioia scoprire quante persone e quanti colleghi "traffichino" coi loro talenti dentro e fuori il posto di lavoro. Non chiamateli hobby o perditempo ma appunto passioni e persone.

Per raccontarli al meglio, le passioni e le persone, sto seguendo un corso online del Poynter, l'istituto che forma e aggiorna giornalisti sul loro mestiere. Lo faccio dal loro ricco sito dove il corso per narrazioni e reportage audio Writing for The Ears é pure gratis, e questo lo rende ancora piú interessante. E lo faccio grata a Luisa Carrada che me l'ha segnalato.

Ecco, un consiglio che ritrovo nel corso e che spesso ci diciamo, fra i bla bla di storytelling multimediale, é quello di rendere una storia audio-genic. Come faccio a renderla adatta e attrattiva per le orecchie?

Innanzitutto scegliendo, nell'infinita realtá dei fatti che si presentano ogni giorno, quelli che sono ai margini eppure quelli per cui si offre la possibilitá di andare a fondo, quelli che si chiamano sidebar stories: gli affluenti del fiume principale, insomma, dove si puó pescare bene.

E poi mai dimenticare che in una narrazione audio proprio il suono fa la differenza: non solo la sua qualità, ma prima di gettare l'amo i tipi di pesce con cui avremo a che fare, appunto i suoni che fanno la storia.

The sound you collect will determine the story you tell.

Seguo l'idea narrativa e ascolto i suoni, getto l'amo e rimango in attesa, solo dopo fatica e pazienza tireró su. Per ora sono a metá del corso e a inizio opera.






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