mercoledì 14 ottobre 2015

Mi sento osservato da dentro, le telecamere ai tempi dello smart working

Lo Statuto dei lavoratori - legge 300/1970, articolo 4 - vieta ai datori di lavoro l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per controllare a distanza l'attività dei lavoratori.

Il 20 ottobre a Milano l'Osservatorio Smart Working del Politecnico organizza il convegno di presentazione dei risultati della Ricerca 2015 sulla progettazione, regolamentazione, diffusione dello smart working in Italia.

Il Consiglio dei Ministi ha approvato gli ultimi quattro decreti del Jobs act, tra cui quello che prevede la "semplificazione dei rapporti di lavoro", e quindi le telecamere potranno essere accese solo dopo la firma di un accordo con i sindacati o con il ministero del Lavoro, e allora l'art. 4 dello Statuto dei lavoratori rimane salvo. 
Per gli smartphone così come per i tornelli all’ingresso dell’azienda, invece, non varrà la stessa logica e allora non ci sarà bisogno di autorizzazioni: gli strumenti di lavoro permetteranno di controllare i dipendenti. E le informazioni raccolte usando gli strumenti aziendali potranno poi essere usate dal datore di lavoro nell’ambito di provvedimenti disciplinari.

Vedi come l'Italia oscilla tra norme e regole, agilità e contenuti. Ce la faremo a tutelarci e far rispettare la nostra privacy pur lavorando tanto e anche fuori azienda? 

Chiunque voglia realizzare progetti di smart working dovrà tenere presente l'aggiornamento alla normativa, per non far spaventare le aziende da un lato e il lavoratore dall'altra. Senza contare che è sul limite fra controllo e fiducia, diritti e doveri il gioco a cui tutti siamo chiamati a prendere parte.




sabato 3 ottobre 2015

#tempodelledonne, tempo da vivere insieme


Mi perdo nel sito e leggendo i tweet dell'iniziativa Il tempo delle donne, che il Corriere della Sera dedica a tutte le donne, appunto, fino a domenica 4 ottobre a Milano alla Triennale. Il tema è la maternità, ma mica solo la pancia e l'attesa, i bambini e i genitori: dentro c'è tanto e ogni piega di essere donna, uomo, giovane o nonna, bambino che si racconta, insomma umano alle prese con le faccende fondamentali della vita insieme ad altri umani e non tutti dello stesso quartiere ma dell'intero mondo.

Poche altre volte ho sentito la voglia di partire subito, a prescindere, senza organizzazione. Invece avrei dovuto organizzarmi prima e sistemare in tempo lavoro, affetti, impicci e imprevisti.

E' anche questo il tempo delle donne, quello tutto minuscolo, che si rimpiange un po' per averlo lasciato andare prima di tenerlo in mano per bene e averci fatto qualcosa. Allora scrivo un post nel mio blog, dopo diverse settimane dall'ultimo in cui raccontavo di una donna vista al cinema, Anna nel film Per amor vostro di Giuseppe Gaudino.

il colpo di vento fa saltare i piani. La foto è felice
Non è un caso che ieri la manifestazione avesse in programma Conflitti, di Francesca Isola, "spettacolo teatrale a una voce sul conflitto di ognuna di noi con il tempo". E mentre accadeva questo, a Roma io vivevo il mio conflitto tra una riunione saltata, il traffico impossibile per lo sciopero dei mezzi pubblici, una visita medica da donna a donna. Che buffo quando dalla stessa stanza da cui ero uscita è spuntata fuori una faccina tale e quale alla donna in camice bianco, pimpante e incurante dei conflitti da grande, come quello della mamma che non era riuscita a organizzarsi altrimenti per lasciarla da nonni, baby sitter, scuola, amichetti.

Comunque, a scanso di equivoci, il tempo delle donne è un punto della situazione e una raccolta continua di "storie, idee, azioni per partecipare al cambiamento", coinvolge i figli e anche chi non ce li ha, riguarda gli uomini e si apre a tutte le generazioni. M'invita a riconoscere quanto sia prezioso il contributo che diamo tutte e tutti al tempo che passiamo insieme e quanto dobbiamo fare di più ma senza ansie, solo per il gusto di stare e offrire, quindi ricevere, la nostra piccolissima bellissima parte.

Parole in cuffia, ascolto di noi nella mattina di sabato al mercato, in palestra, nel letto col gatto, insieme al marito, ad allattare, per strada senza meta con qualche sogno in testa. Dal parrucchiere per dargli forma. Buona giornata.