sabato 30 marzo 2013

"Resto fino all'ultimo giorno". E buona Pasqua

"Resto fino all'ultimo giorno" è una frase che mi colpisce in questo sabato pasquale.


home page Corriere.it ore 14.55, 30 marzo 2013


Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha da poco dichiarato che "continuo ad esercitare fino all'ultimo il mio mandato non nascondendo al Paese le difficoltà che sto ancora incontrando e ribadendo la mia fiducia nella possibilità di un responsabile superamento della situazione che l'Italia attraversa".

E oggi 30 marzo mi viene in mente l'11 febbraio, quando papa Benedetto XVI ha annunciato che avrebbe lasciato l'incarico.

Non li metto forzatamente in relazione, i due eventi, ché uno farebbe torto all'altro, ma li riporto insieme perché il tema del lasciare e del rimanere e comunque del cambiamento nelle ultime settimane mi è caro e lo riscontro ancora a opera di grandi figure responsabili.

"Resto fino all'ultimo giorno". Augurio di buona Pasqua laica?


sabato 23 marzo 2013

Dallo spirito al fisico passando per i media

Sarò breve. Nelle ultime settimane abbiamo imparato alcune lezioni di comunicazione in diretta e "in mondovisione".

Ce le hanno date due vecchi. Vecchi sì, alla faccia di ogni nuova categoria sociologica. Il papa Francesco è vecchio e anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è vecchio. Il primo ha 76 anni, il secondo 88 anni.

Papa Francesco ci ha salutato con "Buonasera" e il balcone da cui si è affacciato non sembrava stesse a san Pietro ma nel cortile di casa nostra. Il presidente della Repubblica Napolitano ieri ha conferito a Pier Luigi Bersani l'incarico di formare il nuovo governo e l'ha fatto utilizzando il linguaggio della politica, quindi solenne eppure era snello, involuto a tratti eppure qui chiarissimo negli intenti.
Tutte e due consapevoli del ruolo, ognuno alla sua maniera.

12 febbraio 1931, papa Pio XI lancia via radio il messaggio Qui arcano Dei

Cosa significa? Che il public speaking è un'arte che comincia dallo spirito e continua col fisico, si esprime a parole ma cerca lo sguardo, il contatto. Non si impara in un giorno ma si sente, si pratica, si ascolta dagli altri. I discorsi dei due vecchi sono discorsi cari, quelli che portano dentro di sé i fatti.






lunedì 18 marzo 2013

Storie di qualità

Il fatto pubblico: Lo dico subito, il lavoro di Brian Storm fa paura per quanto è puntuale, coraggioso e naturalmente multimediale. Rischia anche di inibire qualsiasi velleità documentaristica e artistica delle persone che vorrano raccontare storie d'ora in poi. Rischia anche di inibire la quotidianità di chi è già storyteller senza paura e invece dovrebbe averne.

- Everyone has a story to tell and it’s not always obvious what that story is without deep reporting and an open mind.
- Time to report, along with time in post-production are key to quality.
- Quality is the central ingredient to having an impact
.

Brian Storm, fondatore e a capo dello studio di produzione MediaStorm di Brooklyn, non solo parla di qualità ma la va a scovare analizzando e confrontando 3 differenti modi di raccontare la stessa storia, quella del "seltzer man" Walter Backerman a New York. Uno dei mestieri in estinzione, quello di venditore di seltz, è l'occasione giusta per mostrare la radio, la tv e il web in azione.
Quale dei tre media secondo voi è veramente multimediale? Il Manifesto di Brian Storm scompone e ricompone i pezzi di ciascuna narrazione e mostra i punti di forza e debolezza per il racconto che si sta realizzando. Affascinante.

Il fatto privato: Esercizio di storytelling multimediale: proviamo a scomporre e ricomporre la comunicazione sulla rinuncia all'incarico di papa Benedetto XVI e la puntata Controriforma dedicata ai precari della trasmissione "Presa diretta" in onda ieri sera su RaiTre. Cosa uscirà fuori?

giovedì 14 marzo 2013

A Roma il paesaggio sonoro di Firenze

Il fatto pubblico: Venerdì prossimo alle 19.00 The Hub Roma ospita la presentazione del progetto Open Data Firenze & “Firenze sound map” con Antonella Radicchi e Giovanni Menduni.
Si tratta della mappa sonora di Firenze: una rappresentazione della "geografia emozionale" della città attraverso frammenti sonori del suo paesaggio.

Antonella Radicchi nel 2007 ha seguito un PhD come visiting student al City Design and Development Lab del MIT e ha partecipato al workshop Digital City Design.
The Hub Roma è uno spazio fisico d’ispirazione per lavoro, incontri, formazione, scambio di conoscenze, connessione e sviluppo di idee innovative nel quale affermare soluzioni e modelli d’impresa sostenibili. Iscrizione all'evento qui.

Il fatto privato
: Ogni tanto segnalo qui altri progetti di paesaggio sonoro, a Bologna, a Berlino, a Londra. Questo è più vicino e andrò ad ascoltarlo volentieri:-)

sabato 9 marzo 2013

Recording everyday life in sound

Nelle ultime settimane scrivo poco qui, lavoro tanto, mi dedico alle attività manuali fra cui la cucina. Registro.

Nell'ultima settimana mi sono rammaricata di avere poco tempo per fare tutto quello che vorrei, a cominciare dall'aggiornamento più puntuale e con maggior respiro di questo blog.

Poi scopro due progetti legati tra loro che mi rimettono a posto con la coscienza e l'incoscienza, l'ordine e il caos di ogni giorno. Sono Sound Diaries e The Domestic Soundscape e uno tira l'altro.

"Recording everyday life in sound" è girare con un registratore, metterci dentro la vita quotidiana e farne un diario che può durare quattro anni, quanto quello del progetto di ricerca della Sonic Art Research Unit della Oxford Brookes University, portato avanti da Paul Whitty e Felicity Ford.

Per la festa della donna appena passata, per il mio compleanno del 7 marzo, per ogni persona di buona volontà auguro di non far passare un giorno senza custodirlo un po' di più, come il suono di una ninna nanna che ritorna e rinfranca lo spirito e lo muove verso un altro giorno.





sabato 2 marzo 2013

Per il piacere di fare

In molti discorsi di lavoro questa settimana ho sentito ripetere le parole "spirito", "passione", "affinità elettive", "gusto", "piacere".

Erano discorsi fatti in giacca e cravatta, gli uomini, o solo in giacca, le donne.
Erano discorsi sinceri o nuova retorica? Non importa, quelle parole sono comunque venute fuori e sapevano di nostalgia, quanto meno di resa al fatto che lavori meglio se ti piace quello che fai, se l'ambiente attorno a te è piacevole, se puoi scegliere con chi fare un lavoro. Se sembra, tutto questo, troppo bello e irreale.

Perché non cercarlo e impegnarsi a mantenerlo rinnovando ogni giorno lo spirito con cui ci avviciniamo al pc, al collega, al nuovo progetto? Perché siamo tentati dall'arte della lamentazione e dalla necessità di sviluppi orizzontali quando in realtà desideriamo lo scatto verso l'alto, lo slancio, il primo respiro che ci darà equilibrio. Perché pensiamo che "tanto non dura", che "la routine" ci schiaccerà, che l'empatia è un soffio. Perché il bello ci sembra eccessivo e siamo abituati ad accontentarci, perché in fondo trovare e ritrovare passioni durature presuppone fatica e fiducia, la prima perché si tratta di impegno che affronta ostacoli e tempi lunghi, la seconda perché la meta si intuisce soltanto e non si vede mai. Eppure.

Eppure i lavori più belli che ho fatto finora, negli anni in cui ho deciso di fare la copywriter, sono quelli in cui dentro ci ho messo tutta la passione e l'energia di cui dispongo, in cui ho sentito il gusto di lavorare con persone belle per me, la fiducia verso un tempo non sprecato a rimpiangere mondi altri.

Non è un inno al "qui e ora" ma la certezza che il progetto più a lungo termine, qualunque esso sia, inizia anche da briciole lasciate sul tavolo, avanzi di altri che raccogli e metti insieme. E se guardi bene trovi vicini di tavolo che stanno facendo lo stesso. Tanto vale riconoscersi e farlo insieme:-)